Siamo arrivati in Bolivia!
Sono letteralmente volati i 3 mesi che abbiamo trascorso in Perú e devo dirti che siamo usciti con un nodo in gola perchè le emozioni che abbiamo vissuto attraversando le Ande sono state veramente forti.
Ora da Cusco ci aspettano 12 ore di bus e una frontiera da passare per entrare in Bolivia.
E’ esattamente il 4 luglio 2018 quando i boliviani ci danno il loro benvenuto ed inizia una nuova avventura alla scoperta di un nuovo stato: la Bolivia
Dopo un viaggio notturno di 12 ore siamo arrivati a Copacabana, un paese sul Lago Titicaca, in Bolivia
Benvenuti in Bolivia
Copacabana è una cittadina molto tranquilla, con stradine acciottolate, piccole piazze e una bellissima Cattedrale bianca che spicca nella piazza centrale.
Siamo a 3.850 mt, sul lago Titicaca, il lago piú alto del mondo
E subito… sono stata conquistata da queste donne con le loro gonne e le lunghe trecce.
Qui sul lago Titicaca, in Bolivia, abbondano le trote, che qui chiamano Truche
Questa donna le raccoglie sul momento e ce le cucina davanti a noi
Trucha quindi a km zero. Buonissima.
Il Lago Titicaca si trova nel territorio del dipartimento di La Paz, dove qui si trova uno dei più antichi santuari del continente, all’interno del quale è contenuta l’immagine della Vergine Morena di Capocabana, venerata in tutto il sud America
Secondo la tradizione cattolica locale, Yupanqui ricevette una visione notturna di una donna con un bambino tra le braccia e in seguito ne riprodusse i tratti del volto, con le caratteristiche delle indigene, per cui l’immagine è nota anche come la “Virgen Morena”.
Dal 1925, la Vergine è, peraltro, la santa Patrona della Bolivia.
I Boliviani, ma anche i peruviani, si recano numerosi a Copacabana per ottenere la benedizione della Vergine nera.
Infatti abbiamo notato numero macchine e camion tutti decorati di fiori che attendevano la benedizione.
Copacabana, in Bolivia, ci ha conquistati anche per la sua cucina.
Oggi si mangia pasta fatta in casa.
Abbiamo trovato un ristorantino qui a Copacabana che nella stessa sala dove pranziamo stende le tagliatelle appena fatte ad asciugare.
Mi ricorda tanto la mia mamma
Lei aveva delle mani d’oro, ci preparava tutto fatto in casa
Le mie sorelline Lilia e Augusta mantengono ancora le tradizioni di famiglia.
Sono delle cuoche da leccarsi i baffi.
Noi essendo sempre in giro, brindiamo quando troviamo questi ristoranti dove le tradizioni sono rimaste indietro nel tempo.
Dal piccolo porto di Copacabana partono le imbarcazioni per la famosa Isla del Sol e Isla de la Luna
Svegliati di buon ora al mattino seguente con la nostra camera illuminata dal sole e dalla vista del lago dalle grandi finestre della nostra camera, abbiamo preso una imbarcazione che ci ha portato a vedere e capire la storia di queste 2 isole affacciate sulla parte boliviana.
I racconti dicono che sull’ Isla del Sol gli Inca dicevano che era nata la Pachamama, ossia la Madre Terra e dove si trovano molti siti archeologici Inca.
Sulla barca faceva abbastanza freddino ma noi ci siamo imbaccuccati bene.
Dopo 1 ora di navigazione siamo attraccati a Isla de la Luna
Seguici, ora ti portiamo a spasso con noi.
Vamossss
Sull’Isla de la Luna è successa una mutazione..
“Luca ti avevo detto di andare a scuola .. hai preferito il paese dei balocchi”
Ora che facciamo??
A 3.850 mt uno spettacolo incredibile si è aperto davanti ai nostri occhi
Pensavamo ci fosse più freddo invece il sole che picchiava forte sui di noi a questa altitudine ci feste spogliare fino a rimanere in pantaloncini corti e t-shirt
Una salita bella ripida di circa 20 minuti, arriviamo con la nostra guida al Tempio de las Viergenes
Questo tempio era dedicato alle vergini: si sacrificavano anche delle bambine in nome del Dio Sole e della Dea Luna.
La nostra guida in spagnolo ci ha spiegato tutto nei minimi dettagli
Ma di questo ve ne parleró del video
Sull’Isla de la Luna la nostra guida ci ha spiegato che questa isola rappresenta la parte femminile mentre l’Isla del Sol (che vedremo dopo) quella masculina.
Questo tempio oltre ad avere proprio la forma di mezza luna, si capisce che è femminino anche da questa croce andina ricavata sul muro che al contrario di quella maschile ha 7 angoli per lato che moltiplicati per 4 lati fa 28
28 rappresenta il ciclo naturale della donna
Qui in Bolivia a vedere questo bambino, mi sciolgo…
Vista l’ Isla de la Luna, siamo risaliti sull’imbarcazione e partiti per l’ Isla del Sol.
Quando con la barca siamo attraccati all’Isla del Sol siamo saliti a piedi tra gradini irregolari e sentieri sterrati a quota 4.000 mt
Il fiatone ci ha accompagnati per tutto il tragitto tuttavia il panorama dall’alto ci ha premiato alla grande.
E quando scatta la fame…
sull’ Isla del Sol troviamo un posticino romantico con una vista spettacolare sul Lago Titicaca
Sull’ Isla del Sol i muli sono degli ottimi aiutanti. Portano di tutto.
Mi sembra di essere tornata indietro nel tempo.
Isla del Sol e Isla della Luna sono meravigliose con un sacco di storia Inca alle spalle
Condividiamo con te le nostri emozioni di essere qui in questo video.
Dopo esserci goduti dall’alto dell’ Isla del Sol il panorama sul Lago Titicaca, siamo scesi dalla famosa Escalera Inca, per dissetarci alla Fonte che per molto tempo era ritenuta dell’Eterna Giovinezza
La leggenda racconta che dal lago, in prossimità di dove sorge l’isola, uscirono Manco Cápac e Mama Ocllo per fondare la città di Cuzco, da dove avrebbe avuto luogo quello che sarebbe diventato l’Impero Inca.
Ogni stagione una delegazione di Inca si dirigeva con una gran imbarcazione di Totora verso l’Isola del Titicaca e salivano i gradini, trasportando sulle spalle i sacerdoti dell’Impero in sedie d’oro, fino ad arrivare alla Fonte delle Tre Acque.
A quel punto il sovrano ne beveva il liquido per purificare la sua anima, come fonte di vita ed eterna giovinezza.
Noi qui abbiamo fatto il pieno con le nostre borracce
Chi ne vuole?
Dopo qualche giorno lasciamo Copacabana e in bus raggiungiamo in circa 4 ore: LaPaz, la città caotica della Bolivia
Non pensavamo però che la strada proseguisse non solo sull’asfalto ma bensì anche sulle acque..
Qui caos e grigiore e povertá ci ha accompagnati per tutta la cittá
Abbiamo scelto di fermarci solo qualche ora nella capitale perché non mi piacciono questi generi di cittá
Qui siamo davanti alla piazza con la cattedrale di San Francisco.
Questa piazza é il centro di ritrovo dei boliviani, dove gli artisti di strada li intrattengono con i loro spettacoli
É arrivato il tardo pomeriggio e il caos aumenta senza di piú
Puzza, smog, gente che spinge, macchine che passano a filo della gente ovunque
Mi sento accerchiata…
Il pullman notturno ci aspetta in tarda serata qui a La Paz per spingerci ancora piú a sud della Bolivia
Lasciata la caotica La Paz con un bus notturno di 12 ore siamo arrivati nella capitale della Bolivia chiamata Sucre, conosciuta anche per la cittá bianca della Bolivia
Lo definisco il viaggio della speranza (di arrivare) quello che ci ha condotti fino a qui
Nonostante ci avessero assicurato che il bus disponeva di tutti i confort ossia toilette e riscaldamento…
… ci siamo trovati nel mezzo del nulla a quota 4.000 mt con un bagno inesistente e un freddo glaciale
I corridoi e le scale del pullman pieni di persone sdraiate per terra …
La porta del bus che non chiudeva e quindi il gelo che entrava…
Fuori una neve altissima e strade ghiacciate …
E per non farci mancare nulla il bus che di ferma nel mezzo del nulla per anomalia al motore…
Il mio sguardo ero perso a guardare la gente intorno a me che infreddolita reclamava di uscire per la pipí…
Fuori un freddo glaciale e un buio pesto..
La terra circostante il pullman era diventato una toilette umana
Praticamente non ho chiuso occhio tutta la notte, pensavo e ripensavo a quella signorina che ci ha venduto i biglietti
Arriva l’alba, ho i piedi ghiacciati e mentre gli altri dormono, io sogno un letto caldo e un bagno tutto per me
Arrivati a Sucre alle 09:00 del mattino successivo, mi catapulto giú dal bus e con gli occhi assonnati, zaino a spalla ci incamminiamo verso il centro alla ricerca di un alloggio
Qui siamo a 2.850 mt e il sole ci riscalda le ossa subito
Troviamo un bellissimo B&B dove ci sentiamo finalmente a casa con tutti i confort.
A Sucre decidiamo di andare a Teatro
É divertente ascoltare uno spettacolo comico in lingua spagnola
Perdersi mezze battute perché incomprensibili…
tuttavia vedendo la gente piegata a metà dalle risate accanto a noi, ridere pure noi
É mai capitato anche a te?
Dopo qualche giorno ripartiamo.
Lasciamo Sucre e il nostro viaggio prosegue per Potosì, la città dell’argento.
Potosì è la città più alta del mondo, 4.065 metri ed è aggrappata con le unghie e coi denti al dorso di una montagna, il Cerro Rico.
La nostra sete di avventura ci hanno portato oggi a cimentarmi nell’attraversata del Cerro Rico da una parte all’altra, in una camminata che in 3 ore attraverso le miniere di Potosí, ricche di Argento
Ancora oggi los mineros trovano metalli preziosi da circa 500 anni ed é tutt’oggi attiva e parte importante nell’economia della zona
Entriamo insieme …
Un caschetto, una lanterna, una tutina, una sciarpa attorno al viso, e il masticare foglie di coca hanno reso possibile la camminata in quell’angusto tunnel a 4800 metri di altitudine per visitare le Miniere d’argento di Potosí
Abbiamo visitato tante miniere in giro per il mondo ma questa é la prima attiva dove i minatori sono dentro che stanno lavorando e facendo “tuonare” le mine
Siamo pronti… Non so cosa ci aspetterá
Potosì è anche la città che maggiormente ha portato ricchezza nel mondo: in quasi 500 anni ha estratto oltre 46.000 tonnellate di argento dalle proprie miniere.
In Spagnolo è ancora in un uso l’espressione “Vale un Potosi” per indicare qualcosa di grande valore.
Fra qualche minuto entreremo nella miniera di Argento..
Ci vediamo dentro…
Immaginereste mai di poter vivere intere giornate senza vedere la luce del sole, respirando polveri tossiche, facendo un solo pasto al giorno, passando da 40 gradi a zero in pochi minuti e infilandovi in cunicoli strettissimi a centinaia di metri sotto terra con un intera montagna bucata come un groviera sulla testa?
A Potosì, da generazioni, il lavoro nelle miniere e’ il principale impiego e viene tramandato da padre in figlio come fosse un’arte.
Un minatore e’ un vero imprenditore di se stesso, paga una concessione annuale ad una cooperativa per l’utilizzo della miniera e tutto ciò che trova e’ suo ad eccezione di un altro 15% che lascia ogni mese a questa ultima.
I minatori si dividono in 2 categorie: chi trova la vena di minerali, fa fortuna e chi invece non fa fortuna e continua a vivere di stenti e a lavorare con metodi che risalgono al 1600.
Le 2 categorie hanno in comune il medesimo destino: vivere non oltre i 50\55 anni.
Noi siamo scesi nella miniera attiva del Cerro Rico accompagnati da ex minatori (ex solo perché colpiti da incidenti gravi che sebbene gli abbiano risparmiato la vita, non gli permettono più di continuare il proprio lavoro) per toccare con mano l’arte, le difficoltà e la devozione di chi scende a lavorare sotto terra.
Ora dobbiamo entrare la guida ci chiama ..
All’interno della Miniera d’argento di Potosí abbiamo fatto la conoscenza del Tio
La cosa strana é che il “Tio” é entrato a far parte delle credenze indigene solo dopo l’arrivo degli spagnoli.
Perché?
Un ex-minatore ci racconta che durante i primi anni di estrazione d’argento i padroni spagnoli non avevano il coraggio di entrare nelle mine per controllare i loro schiavi.
Si inventarono quindi questa strana figura per creare nella mente dei minatori la paura che il “Tio” li avrebbe puniti se non avessero lavorato come il padrone diceva loro.
Al “Tio” oggi si chiede protezione, fortuna, salute, ma soprattutto una vena ricca d’argento, magari la piú ricca mai incontrata.
Si racconta che colui che oggi rappresenta il padrone della piú grande mina di Potosí, quindici anni fa non era che un povero minatore.
Anche lui come gli altri dava in dono al Tio ogni venerdí alcol, sigarette e coca, ma questo non serviva.
Lui voleva di piú, e perché la Terra gli desse molto, la sua offerta doveva essere grande.
Quale cosa piú grande di un feto di un figlio?
Quindici giorni dopo questa offerta, il minatore si imbatté nella piú grande vena d’argento mai incontrata a Potosí.
In ciascuno di loro peró c’é sempre la speranza che le offerte fatte al “Tio” tutti i venerdí portino al piú presto un prezioso regalo.
ANGOSCIANTE – Bisogna visitare una miniera in attivitá per capire cosa significa lavorare…
Il Cerro Rico a Potosí in Bolivia da cui sono state estratte circa 70.000 Tonnellate d’argento nel corso di 5 secoli di sfruttamento minerario.
Circa 110 ingressi di miniera sono ancora in funzione in questo immenso cono di gruviera, dove sono ancora frequenti le morti di minatori sia per la silicosi che per gli incidenti.
Le condizioni di lavoro, eseguito a cottimo da piccole cooperative di minatori pagati a tonnellata di materiale estratto, sono molto dure.
Per resistere 8-10 ore o più nelle anguste gallerie gli uomini – qui lavorano persone da 12 a 64 anni – sono costrette a masticare 300-400 foglie di coca ogni giorno, ed è frequente l’assunzione di Alcool puro (a 95°) per darsi forza.
Coca e Alcool vengono anche offerti dai minatori alla statua del Tio – il diabolico possessore della montagna – presente in ogni galleria.
La nostra guida prima di entrare ci ha suggerito di acquistare al mercato dei mineros sacchetti di foglie di coca, Alcool, bottiglie di bevande gasate, candelotti di dinamite, per regalarli ai minatori che accettano di fermarsi per qualche minuto a conversare con noi e rispondere alle nostre domande.
Questa è gente che ricava 10-15 euro al giorno per spingere per 8-10 ore carrelli da uno o due tonnellate di minerale per centinaia di metri nelle viscere della montagna, rischiando la vita ogni momento e con l’aspettativa di campare al massimo fino a 45 anni.
La visita – per l’atmosfera ricca di polvere minerale, l’altitudine, il buio, l’umidità, l’impatto psicologico derivante dalle condizioni di lavoro é stata molto toccante per me.
Vedere in che condizioni disumane questi poveri uomini lavoravano mi stringeva il cuore
Non riesco a comprendere come ancora oggi nel 2018 si possa per pochi spiccioli accettare di fare un lavoro simile e soprattutto come un padre di famiglia possa stimolare il figlio a seguirlo
Ignoranza? Non conoscenza? Poca informazione? Poca istruzione?
I minatori non smette un attimo di riempirsi la bocca di foglie di coca (questa pratica aiuta i minatori a sopportare la stanchezza, il senso di claustrofobia e l’altitudine, oltre che a costituire un perfetto timer per gli orari di lavoro)
Sono circa 9 milioni i morti a causa del lavoro nelle miniere negli ultimi cinque secoli.
Oggi i minatori muoiono per le malattie che quegli ambienti insalubri e pieni di gas tossici provocano ai polmoni e sanno che ogni minuto passato nella miniera accorcia la loro aspettativa di vita.
“Ma perché allora continuano a lavorare qui?”.
Molto spesso la professione del minatore è tramandata di padre in figlio (anche lui proviene da una famiglia di minatori) e che i guadagni derivanti dalla vendita dell’argento gli permettono di vivere una vita abbastanza agiata, seppur breve.
Sono uscita dalla Mina con il cuore in gola, pensavo e ripensavo a Jesus, un minatore di 17 anni con cui ho parlato all’interno della miniera
Molto schivo con lo sguardo che guardava in basso, dopo aver tossito e sputato polvere, mi disse che da 1 anno lavorava li assieme ai suoi 2 fratelli
Tossiva e sputava…
L’aria era irrespirabile
L’ho salutato lasciandogli il nostro regalo e la mia mente subito ha pensato ai nostri giovani che hanno tutto e alcuni scelgono di rovinarsi la vita con “sballi” strani
La vita é tutta una follia..
All’interno della miniera era veramente buio e fare delle riprese é stato molto complicato
Ho realizzato questo video per condividere alcuni momenti
Dopo circa 2 ore di cammino ci eravamo addentrati bene dentro la miniera di argento.
Dopo aver attraversato passaggi bassi e stretti, sottili passerelle in legno sospese nel vuoto, scale a pioli da salire con l’impaccio di un giaccone polveroso addosso.
All’aria che manca. Al buio claustrofobico.
Siamo arrivati nel ventre della montagna dove i minatori con gli sguardi grondanti di stanchezza lavorano in condizioni disumane
Questo ragazzo ha solo 17 anni e passa tutta la sua giornata qui dentro a riempire un secchio pieno di pezzi di roccia con il badile
Mentre camminavamo all’interno della mina di argento subito pensai a quanta poca sicurezza c’era intorno a noi
Certo la guida ci disse che se sentivamo mancanza di ossigeno di informarlo che ci avrebbe riportato all’uscita
Quale uscita?
Non c’erano uscite di emergenza
E poi, se riportava un componente del gruppo all’ingresso, gli altri rimanevano li da soli?
Mah..
Cercavo di non pensare e nonostante il respiro cominciava a farsi affannoso per le polveri che mi seccavano la gola, ormai ero dentro, troppo dentro per pensare alle difficoltá
Ma i minatori mi sono chiesta?
Loro infatti hanno sempre una guancia piena di foglie di coca masticata, un toccasana per la fatica e la fame
Per questo i minatori ancor oggi ne fanno un gran uso. E bevono alcol.
Non hanno altro per sopravvivere alle tenebre.
Tanto più che sanno bene a quale destino vanno incontro: dopo 10-15 anni trascorsi nel pulviscolo roccioso del Cerro Rico, insorgono le malattie polmonari.
Eppure il lavoro in miniera costituisce l’unica fonte di (piccolo) guadagno per i meno abbienti, che cullano il sogno di scoprire, un giorno, una vena ricchissima d’argento.
Sentirsi minatori per un giorno
É stata una esperienza toccante quella che abbiamo vissuto all’interno della miniera di Potosí
Quando ho rivisto la luce e sentito l’aria pura riempire i miei polmoni ho pensato a quanto sono fortunata
All’interno della miniera abbiamo condiviso il nostro tragitto con Sofia y Maida, due ragazze cilene.
“Que placer compartir con vosotros esto tour en la Mina de Potosí, hasta pronto en Cile
Rimasti qualche giorno a Potosì ci siamo spostati per raggiungere Uyuni.
La cittadina di Uyuni, qui in Bolivia, non offre nulla di per se da vedere. Diciamo che è un punto di partenza per il tour al Salar
In questo piccolo paesino abbiamo trovato da dormire e da mangiare e le agenzie con i viaggi organizzati.
Il tour era di 3 giorni (2 notti) a bordo di un fuoristrada e da condividere con altri quattro compagni di viaggio.
Le agenzie sono molte in paese, noi abbiamo scelto l’agenzia Andes Salt Adventures, con l’autista Elvis Alejo.
E’ molto importante appoggiarsi alle agenzie giuste perchè può capitare di tutto tra qui gli autisti che non spiegano nulla e si bevono troppo.
Il nostro autista, un ragazzo giovane padre di famiglia si è rivelato molto responsabile e attento.
Tutto è andato benissimo.
Di buon ora ci rechiamo davanti all’agenzia e conosciamo i nostri 4 nuovi amici di viaggio, una ragazza thailandese, un ragazzo austriaco e una ragazza tedesca.
Scambiamo due parole, ci presentiamo e prendiamo posto sul nostro 4×4
Ci aspettano tre giorni insieme.
Partiamo quindi per il tour del Deserto del Salar e la nostra prima tappa è stata al Cimitero Dei Treni, centinaia di locomotive arrugginite e vagoni abbandonati
Quando i treni furono abbandonati diedero origine a uno dei più grandi cimiteri di treni del mondo
Divertente è stato vedere gente ovunque che saliva su questa ferraglia arrugginita a scattarsi selfie
Noi non potevamo essere da meno
Dopo aver lasciati il Cimitero dei Treni ci dirigiamo con il nostro 4×4 verso il Mercato di Colchani
Qui abbiamo trovato numerosi tessuti di artigianati ed inoltre tantissimi oggetti in sale dal momento che siamo vicinissimi al Deserto di Sale di Uyuni
Non sarei più venuta via
In Bolivia il meraviglioso Mercato di Colchani è una esplosione di colori
Passata la notte nel mezzo del Deserto del Salar in un hotel, la nostra sveglia delle 05:00 ci è stata data dal nostro amico Bau
Dolcissimooooo
E viaaaaaa… fatta colazione partiamo per il nostro secondo giorno in ottima compagnia in cerca di nuove avventure a spasso in 4×4 nei deserti e nelle lagune colorate
Lasciato il Mercato di Colchani siamo partiti diretti verso il vero e proprio Deserto del Salar
Alla vista sono rimasta senza parole.
Sembrava neve e ghiaccio, ma a leccarlo Luca si é accorto che non lo era
Questa statua completamente in sale ricorda il passaggio dell’avventuroso Rally Dakar
Nel cuore del Deserto del Salar di Uyuni c’é un isolotto costruito con tutti blocchetti di sale con le bandiere dei paesi differenti
Indovinate quale bandiera mancava?
Quella ITALIANA
Ragazzi, ci facciamo sempre distinguere nel mondo per la nostra assenza.
Divertente é stato fermarsi a pranzare all’interno dell’unico ristorante fatto completamente di sale nel mezzo del Salar De Uyuni
Cosa strana … il cibo era insipido
La nostra guida ci spiega che il Salar De Uyuni è il più grande deserto salato del mondo, con una superficie di circa 10.000 km quadrati, a circa 3.650 di quota
I geologi dichiarano che all’interno di questo sale si trova circa la metà del Litio presente su tutto il nostro pianeta
E’ stato entusiasmante camminarci sopra e vedere le nostre scarpe piene di sale.
Il cielo era di un azzurro incredibile e il freddo per il momento non si faceva ancora sentire forte.
Se non avete ancora avuto l’occasione di visitarla, guardate il nostro video, è uno dei paesaggi più suggestivi che possano esistere sulla terra.
All’interno del deserto la fantasia fotografia a dato il suo sfogo.
Il nostro autista ci faceva mettere in posa per scattare queste foto bizzarre.
La fantasia non ha limiti quindi si possono usare oggetti di vario tipo per creare queste prospettive divertenti.
Nel deserto di Sale di Uyuni tira un vento forte
Luca ti ci metti pure tu a soffiare?
Adesso Luca ti sembra il caso di sfidare il dragone?
Ti tocca correre per tutto il deserto di sale se ti prende
Luca okkkk ti faccio fare l’altalena
1 2 3 ooooppp
Ma… proprio sulla mia testa devi fare stretching
Tutti in equilibrio precario su una corda.
Saltare a quasi 5.000 mt non é semplice
Anche perché dovevamo essere sincronizzati tutti
Ma ce l’abbiamo fatta!!
Il nostro fiato ha retto bene
Sempre piú in altoooo
Dopo aver visitato il Salar de Uyuni, ossia il deserto di Sale, con la nostra 4×4 abbiamo sfrecciato sulle strade polverose verso l’Isla del Pescado (isola del pesce) o Incahuasi (casa dell’Inca).
É un isolotto all’interno del salar ed è chiamato così perchè la cui forma ricorda un pesce.
E’ una isola ricoperta da enormi cactus, unici superstiti in un terreno che non lascia molto scampo alla proliferazione di altre forme di vita.
Andiamo a vederla insieme…
Luca tieni duro qui non puoi fare pipí … ovunque ti giri sarebbe troppo pericolo
Aiaiaiaiaiaiiiii
La seconda notte la trascorriamo in un altro hotel e al mattino tutti collaborano a caricare i bagagli per ripartire
Direi roba da maschi
Luca non dimenticarti nulla…
La ragazza thailandese con la quale abbiamo condiviso il viaggio è simpaticissima.
Gira il mondo da sola e fa la pittrice. Ho voluto fare questo scatto ricordo con lei.
“Thank you for sharing the wonderful tour in the Salar de Uyuni with us
I am very happy to meet you
You live in Chang Mai in Thailand and when next year we come there, sure i desire to stay with you again
Bye Bye my nice friend”
Ogni volta che possiamo creiamo una offerta per gli APU, gli spiriti della montagna {seconda la religione Inca}
Questi spiriti vivono sia nei mondi medi che in quelli superiori, e possono intercedere per l’umanità
Luca è un maestro in questo
Quando siamo arrivati a questo mirador per osservare sullo sfondo il Volcán Ollague che con i suoi 5.868 mt di altezza ne ho percepito il senso di immensità
Dall’alto il panorama appariva cosí surreale con tutte queste rocce di forme di sembianze strane ed enormi.
Pensare che quel vulcano ha avuto la forza di eruttare fino a qui, mi ha fatto percepire la potenza
Il nostro tour di 3 giorni per il sud della Bolivia prosegue ininterrotto verso il Volcan Ollague
Questo vulcano attivo ha una altezza di 5.800 mt e si trova nel confine tra la Bolivia e il Cile
Noi ci siamo posizionati su un punto strategico per poterlo guardare in tutta la sua bellezza e per avvistare i suoi sbuffi di fumo
Lo spettacolo circostante è sempre mozzafiato.
Visto il Volcan Ollague siamo partiti poi alla conoscenza delle lagune colorate.
La laguna Cañapa è stata la prima laguna incontrata nel tour del Salar di Uyuni e devo dire che come inizio è stato favoloso, facendoci abituare all’idea che il tour nei due giorni successivi ci avrebbe riservato veramente delle grosse sorprese, come poi in effetti è stato.
La laguna è salata e si trova ad una quota di 4151 metri.
É uno specchio d’acqua favoloso, se non è mosso dal vento
La laguna è molto grande dove ci siamo goduti una pace e una tranquillità quasi surreale.
Il tutto mi è comunque risultato come una splendida sorpresa!
La tappa successiva nel nostro tour é stata alla Laguna Hedionda
E’ il primo impatto quello che lascia ad occhi aperti.. l’acqua blu, lo sfondo del paesaggio e soprattutto i primi fenicotteri che stanno tranquilli ad aspettare che qualcuno li immortali..
un posto davvero incantevole, una tappa obbligata.
Alla Laguna Hedionda abbiamo consumato il pranzo della giornata
Senza parole poter pranzare sotto un ombrellone davanti a cotanta bellezza
Qui siamo a quota 4.114 e siamo arrivati alla Laguna Honda, vicina alla frontiera con il Cile, chiamata così perchè era molto profonda
È stato divertente in 4×4 attraversare fiumi in secca e sentirsi in bilico quasi da capottarsi
Le avventure per il Salar de Uyuni non finiscono mai
Stiamo salendo sempre più in alto a quota 5.000 mt
E’ stato tutto un crescente di emozioni
Fare questo tour di 3 gg per il Salar De Uyuni con un autista preparato è stato fondamentale
Elvis Alejo, della agenzia Andes Salt Adventures, è stato attento alle esigenze di tutti, molto preparato e soprattutto responsabile alla guida (non beve e non fuma)
Ha soli 26 anni, sposato e padre di famiglia di una bellissima bimba di 6 mesi chiamata Belén
Grazie di cuore per averci reso questo tour M E R A V I G L I O S O
km dopo km siamo arrivati al Deserto del Siloli
Arte Nel Deserto
Che cosa ti ricorda?
Una faccia imbronciata, una piramide rovesciata?
Alla maggior parte delle persone questo strano masso del Deserto del Siloli, alle porte della Riserva Naturale Eduardo Avaroa (Bolivia), fa pensare ad un albero.
Tanto che si è guadagnato il soprannome di “Árbol de Piedra” (“albero di pietra”).
In realtà si tratta di una roccia vulcanica “scolpita” dall’azione erosiva di vento e sabbia, che per il suo curioso aspetto è diventata la principale attrazione turistica della zona.
Per vederla bisogna far la fila a qualunque ora e per evitare “ingorghi” gli organizzatori hanno imposto una regola: vietato sostare per più di mezz’ora accanto al macigno.
Giusto il tempo di scattare qualche foto a questa opera d’arte naturale
Quando siamo partiti per il tour in 4×4 per il Salar De Uyuni mai avrei immaginato che avrei visto scenari di così tanta bellezza
La Bolivia ci sta sorprendendo ogni istante sempre di più con i suoi scenari sempre diversi e unici al mondo
Vediamoci insieme questo video
Quando siamo arrivati alla Laguna Colorada a 4.278 mt tirava una aria freddissima polare
Quando sono arrivata di fronte alla Laguna Colorada ho provato assolutamente una delle emozioni più forti.
Ho avuto l’impressione di toccare con un dito la meraviglia
L’arrivo sulla Laguna Colorada è un momento magico e indescrivibile.
La laguna è circondata da alti vulcani ma la cosa più irreale è la sua acqua color rosso sangue.
Com’è possibile?
Non avevo mai visto una cosa simile. É meravigliosa.
La particolarità di questa laguna salata è il suo colore rosso intenso delle sue acque, che deriva dalla deposizione di sedimenti rossi, dalla presenza di microorganismi e dalla pigmentazione di alcune alghe.
M E R A V I G L I O S A
Dopo la Laguna Colorata siamo partiti per raggiungere quota 5.000 mt andando a vedere i Geiser Sol de Mañana
Anche se la vista sembra piacevole, questa pozza di origine geotermica non é di certo innocua.
Qui il calore può raggiungere i 200 gradi di temperatura e i geyser sparano getti di vapore fino a 50 mt di altezza
Uno spettacolo S T U P E N D O
Essere qui a quota 5.000 mt con un vento freddo che entrava ovunque ad ammirare questi Geyser naturali che spruzzavano lava a 200 gradi è stato uno spettacolo incredibile.
Questo tour di 3 giorni in 4×4 per il Salar de Uyuni e dintorni ci ha regalato delle emozioni fortissime.
Abbiamo percorso più di 1.000 km in 3 giorni e abbiamo visto panorami incredibili
Avevamo visto altri geyser in giro per il mondo ma non di lava incandescente.
Grazie Bolivia
Sono le 06:00 del mattino e le mie gambe non riuscivano ad aspettare di uscire per goderci l’alba
Fa un freddo piccante…
Cosa mi resterá nelle mente della notte trascorsa?
Il bagno in queste acque termali con lo sguardo rivolto al cielo pienissimo di stelle
C’era un silenzio incredibile ..
Solo il venticello freddo che mi sfiorava le spalle mi faceva rabbrividire
Uscita dall’acqua, nonostante il freddo intenso non sentivo nulla… tanto ero emozionata e felice
Ci svegliamo alle 6 per contemplare i magnifici colori dell’alba nel Salar. L’aria è a dir poco frizzantina (-10°C) ma lo spettacolo non ha prezzo
Continuando a scattare fotografie anche mentre la jeep è in movimento, arriviamo in mezzo al deserto Dalì.
Il deserto Salvador Dalì è così chiamato per le maestose rocce che sembrano esser state appoggiate sui versanti sabbiosi delle montagne, come nei quadri del pittore spagnolo. (Anche se sembra che lui qui non ci sia mai stato)
Il sole inizia ad alzarsi e la nostra guida Elvis ci porta alla Laguna Verde, il punto più remoto del tour rispetto ad Uyuni, al confine col Cile.
La laguna verde, così chiamata per le sue acque tossiche cariche di piombo, è in realtà completamente ghiacciata e purtroppo solo una minima parte è visibilmente di colore verde.
Dovremmo aspettare fin dopo le 10:00 am che il sole sciogliesse il ghiaccio ma la strada era ancora lunga e dovevamo andare
Siamo arrivati quindi all’ultima tappo del nostro viaggio nel Deserto del Salar in Bolivia: Deserto di Salvador Dali e la Laguna Verde
Tre gg intensi di emozioni riassunti in questo video
Siamo arrivati alla fine del nostro tour per il Salar di Uyuni
Foto di gruppo prima di dividerci
Alcuni proseguono il loro viaggio verso il Cile, altri proseguono per la Bolivia
Bye Bye ragazzi é stato un piacere avervi conosciuto
Ognuno prosegue la propria strada per il mondo
Sulla strada del ritorno del Salar de Uyuni ci siamo fermati in in punto dove le rocce si sono automodellate con il vento
Spingi spingi Luca
Qui le rocce assumevano sembianze umane e animalesche
Il tutto modellato dal vento
Rientriamo quindi alla base in Uyuni salutiamo i nostri amici e eccitati da tutto ciò che abbiamo visto raggiungiamo il nostro hotel per prepararci a una nuova avventura.
Questo giro non sarà una avventura ancora più profonda, un viaggio dentro noi stessi.
Il giorno successivo infatti ci aspetta un bus con destinazione Tarija perche’ ci aspetta una esperienza meditativa molto forte di 10 giorni
Tarija è una piccola città nel Sud della Bolivia vicino al confine con l’Argentina. Si trova nel bel mezzo della ragione del vino, ha un clima fantastico e l’atmosfera rilassata di una città di piccole dimensioni.
La città e i suoi dintorni non hanno nessuna attrazione fenomenale da vedere, ma noi siamo andati li per uno scopo per diverso.
Due amici italiani conosciuti viaggiando, Ilaria e Milo, ci parlano di questo percorso meditativo chiamato VIPASSANA.
Ci dicono che è un percorso tosto, complicato per le dure regole che vengono imposte per parteciparvi.
Li ascoltiamo con attenzione, iniziamo ad informarci già da quando eravamo in Perù.
Ci sembra un percorso utile per la nostra mente. Vogliamo nutrire anche quella.
E così prenotiamo online la nostra presenza e attendiamo con ansia la risposta di accettazione.
E’ a numero chiuso e non è facile entrarci.
Questo percorso sappiamo che viene fatto in tutto il mondo e il posto più vicino a noi era proprio in Bolivia a Tarija
Arriva la mail tanto attesa. Siamo stati accettati.
Il percorso durerà 10 giorni dal 18 Luglio al 29 luglio 2018
Devo dirti che è stata una esperienza meditativa di 10 giorni molto impegnativa
Era la mia prima esperienza meditativa in assoluta clausura con regole ferree da rispettare per poterne entrarne a far parte
E quando parlo di regole ferree e di clausura mi riferisco a:
– meditazione di 14 ore al giorno
– per 10 gg
– sveglia alle 04:00 del mattino fino alle 21:00 con quale breve break per la mangiare
– assoluto silenzio – senza poter parlare con nessuno (nemmeno con me stessa)
– sguardo basso per non incrociarsi con gli occhi e trasmettersi delle emozioni
– nessun contatto con la natura
– divisi tra uomini e donne
– alimentazione vegetariana (solo colazione, pranzo e merenda) – niente cena
– dormire in camerate condivise con bagni limitati
– non si poteva praticare sport o anche semplicemente correre
– non si poteva leggere
– (cellulari e quant’altro sequestrati)
Siamo stati messi a dura prova sia fisicamente che psicologicamente con l’unico scopo di aiutarci a rimanere strettamente concentrati in noi stessi per focalizzarci con il respiro a percepire le minime sensazioni del nostro corpo e vedere le cose così come realmente sono.
Vipassana è una pratica indiana che risale a più di 2.500 anni fa per sradicare tutte le impurità mentali con il risultato di raggiungere una completa liberazione
Con questo gruppo meraviglioso di ragazzi provenienti da tutto il mondo abbiamo stretto un legame molto profondo
Sono tutti ragazzi che come noi vogliono andare oltre e potenziare ció che è giá dentro di noi
Cosa mi sono portata a casa da questo percorso meditativo: un senso di padronanza dei miei pensieri e delle mie emozioni.
In questi 10 giorni ho capito come percepirli arrivare e come dominarli.
Ho finalmente trovato del tempo per stare sola con me stessa. Nei miei pensieri. Per fare chiarezza e pulizia a tanti pensieri e emozioni che vagano in modo confuso per la mia mente.
Ascoltare il mio respiro. I battiti del mio cuore. Sentire le sensazioni sulla mia pelle. I profumi che mi giravano intorno.
Tutto diventava molto più sensibile da percepire.
Mi sono presa 10 giorni solo per me stessa. Per fare un bellissimo viaggio dentro di me.
Sola con me stessa.
Lasciamo la casa dove abbiamo vissuto per 10 giorni e raggiungiamo il centro di Tarija
Nonostante il paese fosse piccolo e tranquillo mi sembrava di avvertire un caos tremendo.
Mi sembrava strano pure parlare.
Riabbracciare Luca dopo 10 giorni è stato incredibile. Finalmente ho potuto riguardarlo negli occhi e ri-emozionarmi raccontandoci.
Siamo rimasti fino alle 2 del mattino a camminare per il centro. La nostra bocca non si fermava mai.
Ognuno di noi voleva raccontare all’altro che cosa aveva provato in questi 10 giorni.
Prima di lasciare Tarija ci prendiamo qualche giorno per ristabilirci psicologicamente e visitiamo la bellissima Casa Dorada
Abbiamo fatto un tuffo nel 1.878 visitandone le stanze ancora tutte intatte con mobili e quant’altro
In Bolivia sulle strisce pedonali c’è una zebra che ci aspetta
Si chiama attraversamento responsabile.
È stato stupendo trascorrere una serata insieme a una famiglia di amici boliviani
Abbiamo avuto modo di confrontarci su usi e costumi diversi
Grazie alla famiglia Torrejon
L’imprevisto è sempre dietro la porta viaggiando
Lasciamo Tarija per dirigerci verso Tupiza per avvicinarci alla frontiera Argentina e cosa incontriamo?
Un “bloqueo” … ossia uno sciopero che per protesta ha ostruito la strada con dei sassoni enormi
Cosa facciamo???
Per passare la frontiera Bolivia – Argentina proseguiamo a piedi
Siamo pronti a tutto
In giro per il mondo bisogna prendere tutto con molta filosofia
Alla fine di un tunnel c’è sempre una soluzione
Al di la del tunnel prendiamo un bus al volo per Villazón dove trascorreremo una notte e il giorno successivo attraversare la frontiera.
e per il momento siamo ancora in Bolivia
Il 2 agosto 2018 usciamo dalla Bolivia ed entriamo in Argentina passando per la frontiera di Quiaca
Da qui inizia la nostra nuova avventura con la discesa per le enormi distese dell’Argentina
Concludiamo quindi momentaneamente il nostro viaggio in Bolivia, rientremo successivamente.
In Bolivia abbiamo scoperto le bellezze del paese più povero del Sud America, ricco di una natura è spettacolare, anche se impegnativa per altitudine e temperature particolarmente basse nel periodo in cui ci siamo stati noi.
La sfida è stata avvincente!!
Il nostro viaggio ora prosegue.. innarestabili a conoscere una nuova parte del mondo: l’Argentina
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Namastè
Elisa e Luca